
Padova 8 febbraio 2022 – “La lettera F nera da applicare su tutte le bottiglie delle bevande alcoliche, proposta nei giorni scorsi da Nutriscore e che andrebbe ad evidenziare un prodotto pericoloso per la salute dell’uomo, rappresenterebbe un danno enorme per le 3.486 aziende vitivinicole della provincia”. Cia Padova contesta apertamente l’idea, definita scellerata, avanzata dal sistema che classifica a livello globale gli alimenti in una sorta di scala di sicurezza alimentare (dalla A, massima garanzia, fino all’eventuale “F”, nera, con cui marchiare vino e birra e gli alcolici in generale). “In queste ore l’istanza di Serge Hercherg, l’inventore del Nutriscore, sta facendo il giro del mondo – commenta il direttore di Cia Padova, Maurizio Antonini – suscitando un ampio dibattitto fra gli addetti ai lavori”. “Anche solo l’aver pensato di classificare come pericolose tutte le bevande alcoliche – precisa – perfino quelle che contengono una piccola quantità di alcol, è grave e intollerabile. Negli ultimi tempi stiamo assistendo ad una continua criminalizzazione, in primis del vino, senza quella necessaria distinzione tra consumo moderato e abuso, e cancellando completamente valori quali la qualità e la tradizione”. Per quanto riguarda la superficie dedicata, in provincia (e soprattutto nell’area dei Colli Euganei) sono 8.000 gli ettari vitati. Stando all’ultimo report di Veneto Agricoltura, il 72,84% di questi è coltivato con uve a bacca bianca, mentre il 27,16% a uve a bacca nera, per un fatturato annuo complessivo di oltre 40 milioni di euro. Ogni azienda vitivinicola ha, in media, 2,30 ettari di vigneti.
“Proprio due anni fa, all’inizio della pandemia, vi fu un’altra incredibile richiesta, ovvero il vino con l’etichetta virus free, in particolare quello proveniente dagli Euganei – puntualizza il direttore Antonini – Vi fu un momento di generale imbarazzo sul mercato, sia interno che estero. Poi, in realtà, quella insensata richiesta non andò in porto”. Oggi Cia Padova si augura che le Istituzioni blocchino sul nascere pure l’iniziativa della lettera “F”, massima pericolosità, di Nutriscore. “C’è bisogno di un nuovo scatto a livello politico per fermare ipotesi come questa, dannose per il settore. Occorre dare fiducia, non mettere i bastoni fra le ruote ai nostri prodotti, supergenuini e controllati”. “Le indicazioni contenute nelle etichette devono essere chiare e oggettive, finalizzate a informare e non a condizionare le scelte alimentari – conclude Cia Padova – Con il Nutriscore, invece, alla fine si creano più danni che benefici, confondendo i consumatori e penalizzando erroneamente la filiera tipica e di qualità, a partire dal Made in Italy”.