
di Samuel Scavazzin*
«A ridosso dall’entrata in vigore del nuovo lockdown, i dati sull’occupazione diffusi da Veneto Lavoro confermano che la pandemia sta mettendo in ginocchio il sistema economico del nostro territorio e che è necessario mettere in campo rapidamente misure efficaci a sostegno dell’occupazione. Bene la proroga del blocco dei licenziamenti, ma serve di più: un piano di investimenti che promuova uno sviluppo sostenibile e duraturo e che interrompa il preoccupante aumento delle disuguaglianze.
Non possiamo che essere allarmati dall’ulteriore, forte rallentamento del saldo tra assunzioni e cessazioni, sceso a livello regionale dal +12.000 di due anni fa all’attuale +6.900. Dato comunque condizionato dal blocco dei licenziamenti. I dati più significativi relativi al primo bimestre dell’anno sono dunque quelli relativi alle assunzioni. Il padovano sconta la pesantissima crisi del turismo, passato a livello regionale dalle 16.901 assunzioni del primo bimestre del 2019 alle attuali 5.031. La flessione delle assunzioni a Padova e provincia, dalle 15.825 del 2019 alle 11.801 del febbraio 2021, evidenziano la necessità di ristori rapidi ed adeguati, ma anche di investimenti in formazione e innovazione.
Preoccupa il dato relativo alle assunzioni femminili, con un calo del -32% rispetto al 2020 a livello regionale, a fronte del -24% degli uomini. Si conferma, come abbiamo più vote sottolineato, recentemente in occasione dell’8 marzo, che le donne stanno pagando il prezzo più alto della pandemia, sotto il profilo professionale e anche dall’organizzazione della vita familiare (particolarmente significativa la diminuzione dei contratti part-time per le donne). Anche i giovani stanno soffrendo pesantemente dei profondi mutamenti del sistema economico e il quasi azzeramento dei contratti di apprendistato lo confermano: l’unica tipologia contrattuale che ha fatto addirittura registrare una dinamica negativa rispetto agli anni precedenti.
Sulla destinazione dei fondi europei è necessario quindi aprire un tavolo sul territorio con le pubbliche amministrazioni, le associazioni di categoria e le parti sociali per definire un piano di investimenti che garantisca una vera risalita. Una ripresa economica che non sia effimera, ma sostenibile e duratura, che crei lavoro di qualità per le donne, a tutto vantaggio dello sviluppo e del benessere del nostro sistema economico, e che non penalizzi ulteriormente le generazioni che già oggi stanno pagando con la didattica a distanza un prezzo elevato alle necessarie misure per il contenimento del contagio».
*Segretario generale della Cisl Padova Rovigo